Dal discorso di commiato tenuto nel cimitero di Sommocolonia, il 13/12/1979, dal Sindaco di Barga Roberto Ceccarelli
Con mesto cordoglio siamo qui convenuti per tributare, a nome della intera cittadinanza, l’estremo omaggio al nostro concittadino Umberto Vittorini che con la sua operosa attività artistica ha onorato la sua terra natale.
“Figlio di Barga e della sua terra”, così si è sempre considerato il maestro Umberto Vittorini, che nacque 89 anni orsono in una alpestre località della Parrocchia di Sommocolonia.
Ed anche quando , grazie ai successi conseguiti dalla sua arte pittorica, gli si schiudevano le porta di città ben più importanti, il suo cuore e la sua mente hanno sempre trovato ideale rifugio nel verde di questa valle.
Il maestro ha sempre continuato a vivere in comunione spirituale ed affettiva con questi monti dell’Appennino, con la chiara e fresca acqua della Corsonna, con i sentimenti genuini e sani della gente che lo aveva visto giovane fanciullo e che lo riaccoglieva, con immutato affetto, ogni qualvolta tornava quassù.
Ed è in questa terra, avvolta da un silenzio arcano, che ha la virtù di lenire affanni e tribolazioni, che il maestro ha voluto tornare per sempre, per riposare dopo una lunga e meravigliosa esistenza dedicata all’esaltazione delle migliori qualità dell’uomo.
Già in occasione della consegna dello stemma in oro del Comune, avvenuta nella primavera del 1974, furono ricordate le tappe della sua prestigiosa carriera pittorica, iniziata giovanissimo a Pisa, dove il maestro ha a lungo vissuto.
Il suo nome appare nelle più importanti rassegne d’arte che si siano svolte in Italia in questo secolo e noi ci siamo sempre sentiti orgogliosi del fatto che Umberto Vittorini continuasse sempre a considerarsi “figlio di Barga”.
Se un’altra città poteva ricordare l’onore di annoverare Umberto Vittorini tra i suoi diletti figli questa era senz’altro Pisa, alla quale il maestro dedicò quadri carichi di una grande forza suggestiva, tanto era riuscito ad immergersi nel segreto amalgama dei suoi affascinanti colori.
“Città sacra alla pittura italiana” così Pisa venne definita da Lorenzo Viani, che conobbe Umberto Vittorini nei terribili anni della Guerra Mondiale e del quale divenne amico ed estimatore.
Di Vittorini il celebre artista versiliese parlò in un lungo articolo del 1923, mostrando di avere colto le motivazioni della sua pittura, di cui evidenziava il notevole valore.
Non a caso abbiamo ricordato, tra i molti studiosi che hanno parlato di Umberto Vittorini, il nome di Lorenzo Viani, che ci riporta immediatamente al ricordo di un altro grande pittore barghigiano: Alberto Magri.
Insieme, in questo anno che segna il quarantesimo anniversario dello scomparso Magri, li vogliamo ricordare come le espressioni più alte della nostra civiltà, che hanno tratto linfa ed alimento dall’amore per questa valle, che l’uomo, con il suo lavoro di secoli, ha in gran parte realizzato.
Tra questi monti, che il maestro Vittorini dipinse nel celebre quadro “il ritorno dei pastori”, oggi anche lui è voluto tornare, per rimanervi per sempre.
E noi, commossi e dolenti, gli diciamo il nostro riconoscente grazie.
Grazie di tutta la sua vita, Maestro.