Roberto Vecchioni, cantava “sogna, ragazzo sogna”, un inno a non arrendersi, credere e perseguire le cose importanti della vita. Anche se non sono più un ragazzo, venire immortalati con il Presidente della Fondazione Villa Bertelli, i vertici di Fondazione Corrente di Milano, gli eredi di grandi Maestri del Novecento, Treccani, Carrà, Carena, Guidi, Catarsini e altri, o collezionisti, che come me, hanno creduto nel progetto del Museo d’arte moderna del Quarto Platano di Forte dei Marmi, ha la stessa valenza (foto Barbara Cardini). Una foto storica, perché segna la nascita di un nuovo museo. Un ulteriore tappa, nella “missione” di valorizzazione e promozione di Umberto Vittorini, che vede il “nostro” accanto ad altri 31 artisti, che sono la massima espressione dell’arte del secolo scorso, come Borgianni, Campigli, Carena, Carrà, Carrol, Cassinari, Catarsini, Conti, Dazzi, De Chirico, De Grada, Dova, Funi, Guidi, Guttuso, Maccari, Marcucci, Marini, Manzù, Messina, Migneco, Montale, Moore, Mattioli, Rosai, Savinio, Soffici, Tirinnanzi, Tosi, Treccani, Viani, e Vittorini appunto.
Vittorini, è affiancato ad un opera di Felice Carena, perché il quadro che ho concesso in comodato, in qualche modo vi si lega, essendo una visione del Bagno Capri di Vittoria Apuana, per moltissimi anni gestito da sua moglie Mariuccia Chessa, luogo di ritrovo degli artisti nel secondo dopoguerra.
La degna conclusione, di un percorso, nato da alcune foto di Vittorini del 1965, fatte a Forte dei Marmi, una parte gentilmente donata alla nostra mostra permanente, che si trovano nell’Archivio Gambassi-Pensa di Busto Arsizio, persone legate da una parentela diretta con l’artista.
Il luogo delle foto è stato identificato proprio nel Bagno Capri. In alcune, vi è Vittorini insieme all’amico Achille Funi o alla proprietaria Mariuccia. Questa preziosa informazione, la devo alla nipote Giovanna Delfini, che in concomitanza della mostra “Umberto Vittorini nelle collezioni private, Tradizione e modernità di un Maestro del Novecento”, promossa e realizzata dalla Fondazione Ricci di Barga, aveva postato su internet alcune immagini, proprio per il legame tra l’artista e il Bagno suddetto.
Quando da Roma mi è stato segnalato un quadro, dal titolo, “spiaggia a Vittoria Apuana”, ho sfruttato l’importante contatto, per avere conferma della corrispondenza con il “Capri”.
Pura, casualità, ma da quando mi occupo esclusivamente di Vittorini, cominciano ad essere troppe, in quei giorni veniva presentato il progetto per il futuro museo permanente di Villa Bertelli, con accluso appello ai collezionisti di avanzare proposte di artisti legati al territorio.
Mi sono bastate poche righe, scambiate con il Presidente della Fondazione Villa Bertelli, Ermindo Tucci, per aderire a questa importante realtà, forte di un comitato scientifico di assoluto valore, e la precisa volontà di non seguire mode o mercato, ma esporre artisti con una “storia artistica di rilievo”.
Il mio auspicio, è che questo quadro, evochi in qualcuno la curiosità di mettere nero su bianco, una vicenda poco conosciuta, di una “piccola comunità di artisti” che vi si radunava, e che merita di essere tramandata alle nuove generazioni.
Con l’inaugurazione del Museo d’arte moderna del Quarto platano, avvenuta il 28 giugno, si apre non solo agli amanti dell’arte in generale, ma anche della storia di Forte dei Marmi, una occasione imperdibile d’arricchimento culturale, visitabile secondo le modalità che trovate anche sul sito www.villabertelli.it
Ma non è tutto, approfondendo le vicende di Vittoria Apuana del secondo dopoguerra, abbiamo riscoperto anche la frequentazione di Vittorini con lo scultore Ugo Guidi, legata anch’essa alla comune amicizia con Achille Funi, Ernesto Treccani e altri.
È prorogata fino al 5 luglio, la mostra “Umberto Vittorini e Ugo Guidi – Dialoghi d’arte a Vittoria Apuana, visitabile alla Casa Museo Ugo Guidi, di Via Civitali 33, prenotandosi al numero 3483020538.
Un luogo unico, ricchissimo di opere, fermo nel tempo alla fine degli anni settanta, in cui attraverso le sapienti parole dell’amico Vittorio Guidi, figlio dello scultore, respirare, rivivere quei mitici anni sessanta /settanta, e immedesimarsi nei numerosi artisti che l’hanno frequentato, attraverso storie e aneddoti che non si ritrovano nei testi.
Concludo questa riflessione, rispondendo a coloro che si sono interrogati sul perché, invece del mio nome, che mi darebbe maggiore visibilità, faccio indicare Collezione Vittorini Barga.
Sono diversi i motivi: uno è una sorta di omaggio alla mia città e all’artista, che ha sempre manifestato con fierezza e orgoglio le sue origini Barghigiane.
Ricordiamoci che nel 1974, la Comunità volle tributargli quegli onori, che come scrisse Bruno Sereni, prima di lui erano stati concessi solo a Giovanni Pascoli.
Due, è da Barga, e precisamente dalla mostra del 2016, che è partita la riscoperta dell’artista, e a Barga, esiste la prima mostra permanente espressamente dedicata a Vittorini.


